Aprire la partita IVA online con Fiscozen è più semplice perché si occupa direttamente di tutto tramite i loro operatori.
Vediamo adesso, dopo aver finito i passaggi per aprire la partita IVA, cosa si può fare.
Ora che hai finito di aprire la partita IVA puoi procedere tranquillamente all’emissione delle fatture e, entro 30 giorni dall’apertura della partita IVA, alla registrazione presso la cassa previdenziale di riferimento. Se la tua attività non prevede una cassa previdenziale dedicata dovrai iscriverti alla gestione separata INPS Questa, infatti, non è uguale per tutti e dipende dalla tipologia di lavoro.
Per i professionisti che non effettuano fatturati annui alti, ma che sono soggetti agli oneri fiscali e di tenuta dei registri conseguenti ad aprire la partita IVA, possono richiedere il regime forfettario agevolato che sostituisce il vecchio regime dei minimi. I vantaggi si possono sintetizzare nel modo seguente:
Quanti rientrano nei limiti di reddito per aderire al regime forfettario possono usufruire della contabilità semplificata, un sistema agevolato che favorisce un grande abbattimento delle pratiche burocratiche contabili e nella tenuta dei registri. La contabilità semplificata si basa sul principio di cassa e non di competenza. I limiti di fatturazione sono 400.000 € per prestazione di servizi e 700.000 € per cessione di beni.
Il lavoro autonomo soggetto a partita IVA è oneroso dal punto di vista fiscale e contabile, e diventa ancor più pesante da gestire nei momenti di crisi economica o quando si verificano delle situazioni emergenziali, come nel caso del biennio 2019-2020, periodo caratterizzato da una pandemia globale che ha provocato anche danni economici collaterali importanti bloccando qualsiasi attività professionale. Il Governo Italiano ha messo a punto per sostenere i lavoratori che hanno deciso di aprire la partita IVA degli strumenti compresi nei rispettivi “Decreto Rilancio” e “Decreto Ristori” che prevedono la possibilità di ricevere aiuti a fondo perduto per le imprese che hanno registrato delle perdite di fatturato a causa delle restrizioni imposte dalla lotta e prevenzione della diffusione del virus SARS Cov2, con conseguente stop delle attività.
Il Decreto Ristori, in particolare, prevede l’ampliamento dei beneficiari del contributo, senza limiti di fatturato. Il limite di “ristoro” è fissato al 150.000 €. Gli strumenti posti a sostegno delle partite IVA rientrano comunemente sotto il nome di “Bonus Coronavirus”. L’importo del contributo è di 800 € per le partite IVA semplici e di 1000 € per i lavoratori autonomi. In dettaglio, le caratteristiche del bonus:
Per quanto riguarda gli aiuti alle imprese, viene messo a disposizione un contributo a fondo perduto a “ristoro” dei danni subiti, il cui valore è variabile in base al calo di fatturato dichiarato e ai requisiti previsti:
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