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Il prestito con PostePay Evolution è il Mini Prestito BancoPosta che permette di ottenere dei finanziamenti sino a 3 mila euro. Può richiederlo anche chi è privo di busta paga purché abbia un reddito dimostrabile.

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Magari per un viaggio, un progetto per la famiglia o un acquisto improvviso, con Poste Italiane si ha l’opportunità di poter realizzare i progetti. Dopo l’approvazione l’importo richiesto con Mini Prestito BancoPosta sarà accreditato direttamente sulla carta PostePay Evolution. Le richieste vanno presentate in un qualsiasi ufficio postale e saranno assolte dal personale qualificato.

Le caratteristiche del finanziamento

Gli importi da richiedere con il Prestito con PostePay vanno da 1.000 euro a 2.000 euro e poi a 3.000 euro. Il rimborso ha una durata di 22 mesi. La richiesta è a disposizione dei clienti che possiedono una Carta PostePay Evolution in un’età compresa fra i 18 ed i 76 anni non compiuti alla fine del rimborso, residenti in Italia e con un reddito da lavoro o pensione prodotto in Italia e dimostrabile.

Per richiedere il Mini Prestito sarà necessario presentare una documentazione comprendente:

  • documento d’identità valido;
  • tessera Sanitaria;
  • documento di reddito. Dunque, anche se questo finanziamento viene erogato anche a chi non possiede una busta paga non vuol dire che viene concesso a chi non ha un reddito dimostrabile.

Inoltre per i cittadini stranieri saranno richiesti:

  • il passaporto;
  • la carta o il permesso di soggiorno validi;
  • documento di residenza in Italia da almeno un anno (se lavoratore dipendente) o almeno 3 anni (se lavoratore autonomo);
  • documentazione che attesta un lavoro continuativo nello stesso luogo di lavoro da almeno 12 mesi.

La durata del finanziamento è di 22 mesi fissa ed il rimborso mensile avviene mediante addebito diretto sulla PostePay Evolution o sul Conto Corrente Bancoposta.

I tre importi che il cliente può richiedere (1.000, 2.000 e 3.000 euro) suddivise nei 22 mesi consentono di avere rate leggere comprese fra 50 e 150 euro. Dunque il Taeg è intorno al 10-14% e comunque nella media.

Chi sceglie questo prestito può anche estinguere anticipatamente il finanziamento e, in questo caso, sarà svincolato dal versamento di oneri relativi. Inoltre, i clienti di Poste Italiane godono del diritto di ripensamento dopo il quattordicesimo giorno seguente a quello in cui c’è stata l’erogazione del prestito.

Nel contesto dei finanziamenti, diventa cruciale acquisire competenze su come compilare una cambiale, un mezzo finanziario frequentemente impiegato come sicurezza di pagamento in varie operazioni di credito. Per maggiori dettagli, ti invitiamo a consultare il nostro articolo approfondito sull'argomento.

Prestito Special Cash

Il finanziamento Special Cash di PostePay è l’alternativa perfetta per coloro che intendono ottenere un prestito tramite la ricarica della PostePay. Questa forma di prestito permette di effettuare le compere in completa libertà, optando fra tre differenti piani di ricarica. Si rivolge pure a chi non ha una busta paga ma possieda comunque un documento attestante un’entrata economica. L’importo richiesto, inoltre, sarà a disposizione dell’utente in pochi giorni. Le opzioni delle modalità di rimborso sono 3 e variano in base alle esigenze.

I requisiti per ottenere un prestito Special Cash PostePay sono:

  • possedere la carta PostePay ricaricabile o Carta PostePay Evolution;
  • avere, al momento della richiesta fra i 18 e i 70 anni.

Per richiedere Special Cash di PostePay basterà compilare il modulo apposito allo sportello e allegare la stessa documentazione già citata per il Mini Prestito PostePay.

SpecialCash vi permetterà di avere sino a 1.500 euro direttamente sulla Postepay o PostePay Evolution e il rimborso mensile può avvenire con le modalità seguenti:

  • addebito di rate fisse sul Conto Corrente postale oppure bancario;
  • pagamento di bollettini postali gratuitamente inviati all’indirizzo di residenza;
  • addebito di rate fisse sulla Carta Postepay Evolution.

Gli oneri per il pagamento del bollettino postale sono a carico del cliente ed il costo è quello deciso dalle tariffe vigenti al momento.

Sia con il Mini Prestito BancoPosta che con il Prestito Special Cash PostePay la cifra viene erogata direttamente sulla carta Postepay e una volta che è stata ottenuta l’approvazione, il versamento del credito avviene in poco tempo.

Altre forme di prestito BancoPosta

Le formule di prestito Banco Posta sono diverse e cambiano di volta in volta, in base alle offerte promozionali e al lancio di nuove formule di finanziamento. Esistono almeno tre tipologie di prestito Banco Posta piuttosto consolidate e molto richieste, insieme ad altre formule in promozione. Le tre principali forme di prestito sono le seguenti:

  • BancoPosta Classico che prevede un prestito minimo di 3.000 € fino a una soglia massima di 30.000 €. La durata del rimborso è compresa tra 24 mesi e 84 mesi.
  • Banco Posta consolidamento è una formula di semplificazione della rateazione dei prestiti in unica rata. La soglia minima di erogazione del prestito è di 3.000 € fino a un massimo di 50.000 €. Le rate di rimborso sono fisse e mensili con durata variabile tra 24 mesi e 96 mesi.
  • Banco Posta Ristrutturazione Casa è il prestito per finanziare le opere di ristrutturazione. Il prestito massimo è di 60.000 € con un piano di rateazione compreso tra 3 e 10 anni.

Per poter usufruire dei prestiti Banco Posta su indicati occorre però avere un conto corrente postale o essere possessori di Libretto di risparmio nominativo ordinario o Smart. 

Esiste, inoltre, la formula del prestito BancoPosta Flessibile che prevede sempre l’apertura di un conto corrente postale o di un libretto di risparmio nominativo. Le soglie di prestito erogabili vanno da un minimo di 3.000 € a un massimo di 30.000 € con un piano di rateazione di rimborso compresa tra 36 mesi e 108 mesi (9 anni).

Formule di prestito smart

Una tipologia di prestito postale che si può richiedere in modalità da remoto al 100% e con firma digitale è il prestito BancoPosta Online. È necessario avere un conto corrente postale con servizio di internet banking. La soglia minima di prestito richiedibile è di 3.000 € fino a un massimo di 30.000 € con un piano di rimborso compreso tra due e nove anni.

Per tornare ai prestiti postali senza necessità di avere un conto è il Mini Prestito con PostePay Evolution, la cui soglia minime di erogazione del finanziamento è di 1000 € fino a un massimo di 3.000 € rimborsabili in 22 rate mensili.

Il conto corrente: quante tipologie esistono?

Sulla base della Banca Nazionale Italiana, i conti correnti proposti possono spaziare ed avere tante caratteristiche differenti. I conti più conosciuti e più utilizzati possono essere ridotti a quattro categorie: esiste il conto ordinario, quello a pacchetto, i conti di base e quelli in convenzione. Oggigiorno risulta essere quasi scontato anche l’utilizzo di conti online, capaci di consentire un risparmio notevole, capace di raggiungere ben il 99% della spesa annuale. Ma cosa diversifica veramente questi conti l’uno dall’altro? Il conto ordinario è un classico, perché è il cosiddetto conto a consumo. In questa tipologia di conto, le spese dipendono dal numero delle operazioni svolte, motivo per cui più operazioni vengono effettuate e più alta sarà la spesa da sostenere alla fine dell’anno. Esiste poi una tipologia di conto che prevede invece la spesa di un canone mensile e annuo, che interessa i servizi basilari e utili accessori (cassette si sicurezza, assicurazioni e gestione del risparmio). Questi vengono chiamati conti a pacchetto e, possono essere con franchigia, il cui canone include un numero finito di operazioni senza alcun costo e conti senza franchigia, per cui invece viene previsto un numero illimitato di operazioni gratuite. Esistono per di più dei conti speciali, come quello di base, pensato appositamente per chi ha esigenze finanziarie limitate.

La vostra banca è obbligata a illustrarvi un foglio informativo, in cui viene descritto l’elenco completo di servizi inclusi. Il conto di base è quello più in voga, perché comprende tutto e spesso è ridotto. Per di più, per tutti i clienti che hanno un ISEE, il conto non ha assolutamente spese e, l’imposta del bollo prevista dalla legge, non si paga in alcun modo. In fine ci sono i conti online, i quali prevedono l’attivazione e la gestione esclusivamente via home banking. Grazie al conto online, le spese del classico conto corrente si tagliano quasi al 99%, motivo per cui possiamo affermare essere un conto a zero spese. I conti online possono essere offerti anche da banche tradizionali, o Banche online che non hanno una vera sede fisica ma operano solo sul web. Questa tipologia di conto, sebbene privi il cliente di un contatto diretto con un operatore, sembrerebbe essere quello più vicino al futuro per i nostri risparmi.

Cos’è l’imposta di Bollo sui conti correnti

L’imposta di bollo sui conti correnti – entrata in vigore nel 2012 – è una tassa annuale attribuita ai titolari di conto corrente la cui “entità” cambia in base a due variabili: l’ammontare della cifra depositata sul conto e l’intestatario. L’imposta di bollo da corrispondere è pari a:

  • 34,20 € se l’intestatario del conto è persona fisica e ha una giacenza media superiore a 5.000 €;
  • 100 € se l’intestatario è persona giuridica o soggetto diverso da persona fisica, indipendentemente dalla somma in giacenza.

L’imposta viene addebitata sul conto in corrispondenza dell’ultimo estratto conto annuale inviato dalla propria banca, ma viene calcolata con la stessa periodicità di rendicontazione prevista dalla banca (trimestrale, semestrale, annuale). Se un conto corrente viene aperto o chiuso nel corso dell’anno, l’importo dell’imposta si calcola solo sui mesi in cui il conto è aperto. La somma dei depositi si effettua solo per i conti presso la stessa banca e non per i conti aperti presso la Posta o altri istituti di credito diversi tra loro. Per quanto riguarda i conti correnti e di deposito, nonché i libretti di risparmio si considera la giacenza media calcolando il saldo giornaliero diviso per il numero dei giorni di apertura del conto. Nel caso di buoni fruttiferi postali o altri prodotti finanziari si prende in considerazione il valore di mercato o il valore di rimborso all’atto del ritiro anticipato o a scadenza.

Quali sono i conti correnti esenti dall’imposta di bollo?

La prima tipologia di titolare di conto corrente esente dall'imposta di bollo è quella del titolare persona fisica, che possiede un conto corrente, libretti di risparmio bancari o postali e buoni fruttiferi con una giacenza o un valore inferiore a 5000 €. In questo caso, l'imposta di bollo non deve essere pagata. Inoltre, sono esenti dall’imposta sui conti correnti:

  • I titolari di un conto corrente di “base”, ovvero i conti correnti gratuiti introdotti dal Governo Monti per contenere l’uso del contante e riservati alle persone fisiche che dichiarano un ISEE inferiore a 7500 €.
  • I conti correnti che presentano un saldo negativo;
  • I buoni fruttiferi postali per la parte di imposta che supera l’importo degli interessi maturati; vale a dire che poiché la Posta rimborsa l0intero capitale sottoscritto insieme agli interessi, se l’applicazione del 2 per mille dell’imposta di bollo dovesse essere maggiore degli interessi, la quota eccedente non viene tassata.

L’imposta di bollo sui conti deposito

imposta di bollo

Mentre per i conti correnti bancari e i libretti di risparmio bancari o postali, il discorso sull’imposta di bollo vale per entrambi poiché sono considerati due strumenti finanziari sullo stesso piano, per quanto riguarda i conti deposito, la situazione è leggermente diversa.

Sulla tipologia di conti deposito, certificati di deposito, buoni fruttiferi postali e altri strumenti finanziari, ad esclusione dei fondi sanitari e dei fondi pensione, l'imposta di bollo non è fissa. In questo caso, l'imposta di bollo è calcolata in base alla giacenza del conto o del valore di mercato dello strumento finanziario sottoscritto, e si applica una aliquota del 2 per mille (0,2%) sulla giacenza del conto o del valore dello strumento finanziario.

Esistono conti corrente che sono accompagnati da una linea vincolata, in questi casi l'imposta di bollo dello 0,2% o 2 per mille si applica solo alla quota di risparmi vincolati, mentre sulla quota del conto corrente verrà applicata l'imposta di bollo calcolata in base alla qualifica del titolare del conto. Nello specifico, per i conti intestati a persona fisica, l'imposta di bollo è di 32,40 €, mentre per i conti intestati a società o enti, l'imposta di bollo è di 100 €.

Se questo tema sta sollecitando la tua curiosità, ti consigliamo di dedicare del tempo anche alla lettura del nostro articolo sui finanziamenti agosweb.

I professionisti sono obbligati ad avere un conto separato?

Iniziamo dalla domanda principale che si fanno spesso le persone, è obbligatorio o no per chi opera come professionista aprire un conto separato da quello personale? Non esiste una risposta secca, ma bisogna tener conto delle entrate annue che si hanno. Il conto corrente separato da quello privato per i professionisti è obbligatorio solo se durante tutto l’anno la somma del fatturato supera i 400.000 euro. Se non siete tra i fortunati, allora probabilmente non siete costretti ad aprirne uno, tuttavia è fortemente consigliato farlo per una serie di vantaggi da non sottovalutare.

Conviene aprire un conto separato?

Come già anticipato, l’apertura di un conto sperato da quello privato anche se non obbligatorio è fortemente consigliato a tutti i professionisti o freelance che vogliono semplificarsi la vita e usufruire di notevoli vantaggi.

Una delle paura più grandi per un libero professionista che ha appena aperto la propria Partita IVA è quella di non riuscire ad avere abbastanza fondi per pagare contributi, tasse e tutte le spese che sono chiamati a coprire. L’apertura di un conto separato può essere essenziale anche per gestire al meglio le spese ed avere sempre sotto controllo le finanze dedicate alle attività lavorative. Uno dei vantaggi principali dell’aprire un conto separato è proprio quello di tenere fuori tutte le entrare e uscite personali, questo porta notevoli vantaggi con il fisco e con la dichiarazione dei redditi.

Mischiare le due cose rischia alla lunga di non rendersi più conto del reale reddito che si ha a disposizione e avere spiacevoli sorprese quando si vanno a pagare tutti gli oneri al fisco italiano. Anche la dichiarazione dei redditi viene notevolmente semplificata se si ha a disposizione un conto corrente separato. Comunicare le proprie entrate derivanti dall’attività professionale svolta è enormemente più semplice e aiuta l’intera operazione e i rapporti con l’Agenzia delle Entrate. 

Quale conto è adatto aprire per un professionista?

Un buon conto bancario per professionisti è quello che include diverse caratteristiche che conti normali non hanno e che diventano utilissimi per i liberi professionisti. Buona norma è valutare attentamente i costi e i servizi offerti. In tal sento ci sentiamo di consigliare american express, il conto offre diverse varianti di carte fatte su misura per i diversi tipi di business, alcune delle quali fortemente consigliate per i professionisti che intendo aprire un conto corrente separato. La varietà dell’offerta è sicuramente uno dei punti di forza dell’azienda e sicuramente troverete la carta adatta al vostro tipo di business.

FAQ

Cos'è l'imposta di bollo su un conto corrente?

L'imposta di bollo su un conto corrente rappresenta una tassa che viene applicata sugli estratti conto. In Italia, ad esempio, la legge stabilisce che i conti correnti con un determinato saldo medio annuo siano soggetti al pagamento dell'imposta di bollo. La finalità di questa imposta è di generare entrate per lo Stato e di regolamentare gli strumenti finanziari.

Chi è obbligato a pagare l'imposta di bollo?

Tutti i titolari di un conto corrente con un saldo medio annuo superiore a una certa soglia, stabilita dalla normativa vigente, sono obbligati a pagare l'imposta di bollo. Ciò significa che, se il tuo saldo medio durante l'anno supera questo limite, verrai automaticamente addebitato dell'importo dell'imposta.

Come viene calcolata l'imposta di bollo?

L'imposta di bollo viene calcolata in base al saldo medio annuo del conto corrente. La formula prende in considerazione l'ammontare totale del saldo del conto in ogni giorno dell'anno e lo divide per il numero di giorni dell'anno (365 o 366 in caso di anno bisestile). Se questo saldo medio supera la soglia stabilita dalla legge, l'imposta di bollo viene applicata e l'importo viene addebitato sul conto corrente del titolare.

È possibile evitare di pagare l'imposta di bollo?

Evitare legalmente l'imposta di bollo è possibile mantenendo un saldo medio annuo inferiore alla soglia stabilita. Molti optano per distribuire i propri risparmi tra diversi strumenti finanziari o per ritirare temporaneamente somme di denaro per ridurre il saldo medio. Tuttavia, è essenziale essere consapevoli delle proprie esigenze finanziarie e non prendere decisioni affrettate solo per evitare questa tassa. È sempre consigliabile consultare un consulente finanziario prima di prendere decisioni relative ai propri Investimenti e risparmi.

Quali sono le conseguenze per chi non paga l'imposta di bollo?

Se un titolare di conto corrente non paga l'imposta di bollo dovuta, la banca o l'istituto finanziario potrebbe addebitare automaticamente l'importo sul conto. Inoltre, potrebbero essere applicati ulteriori interessi o sanzioni per il mancato pagamento. È sempre consigliato assicurarsi di comprendere tutte le responsabilità e obbligazioni relative al proprio conto corrente e adempiere tempestivamente a tali obblighi per evitare ulteriori complicazioni.

Cos'è il prestito con PostePay Evolution?

Il prestito con PostePay Evolution è una soluzione finanziaria offerta da Poste Italiane attraverso la propria piattaforma PostePay . Questo prestito permette ai titolari di una carta PostePay Evolution di ottenere una somma di denaro predefinita, rimborsabile attraverso rate fisse per un periodo concordato. Si tratta di una soluzione pratica e veloce per chi ha bisogno di un finanziamento senza ricorrere a prestiti tradizionali.

Chi può richiedere un prestito così?

Il prestito con PostePay Evolution può essere richiesto dai titolari di una carta PostePay Evolution che abbiano un'età compresa tra 18 e 70 anni. Oltre a ciò, possono essere presenti ulteriori criteri di eleggibilità, come la dimostrazione di una fonte di reddito stabile o l'assenza di precedenti finanziari negativi. È sempre consigliabile consultare le specifiche offerte da Poste Italiane o contattare un consulente delle Poste per maggiori dettagli.

Qual è l'importo massimo che posso ottenere con il prestito PostePay Evolution?

L'importo che puoi ottenere con il prestito PostePay varia in base alle specifiche promozioni e alle condizioni stabilite da Poste Italiane. Generalmente, l'importo massimo erogabile può variare, ma è sempre consigliabile consultare le ultime offerte disponibili o parlare direttamente con un consulente delle Poste per avere un'idea chiara sull'importo che si può richiedere.

Come posso rimborsare il prestito ottenuto?

Il rimborso del prestito avviene generalmente attraverso rate fisse mensili. Queste rate vengono addebitate direttamente sul conto PostePay del richiedente o attraverso altre modalità concordate al momento della stipula del prestito. È importante sempre assicurarsi di avere fondi sufficienti sul conto per coprire le rate, evitando così eventuali penalità o costi aggiuntivi.

Quali documenti sono necessari per richiedere un prestito con PostePay Evolution?

La documentazione richiesta per ottenere un prestito con PostePay Evolution potrebbe includere un documento d'identità valido, il Codice fiscale, un documento che attesti una fonte di reddito (come una busta paga o la dichiarazione dei redditi) e altri documenti che potrebbero essere richiesti in base alla specifica tipologia di prestito o promozione. È sempre meglio controllare direttamente con Poste Italiane o attraverso il sito ufficiale per avere un elenco completo e aggiornato dei documenti necessari.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.